A. Ancione

L’ultimo capitolo della storia di contrada Tabuna è stato scritto da Antonino Ancione e dalla sua famiglia. Messinese di nascita, Ancione inizia la sua storia imprenditoriale a Palermo fino a quando, negli anni 40, la produzione di mattonelle di asfalto non lo porta a interagire con la Aveline e con le miniere di asfalto che questa gestiva a Ragusa. Acquistate le concessioni iblee negli anni 50, inizia la produzione affrontando dapprima la crisi del mercato del bitume: è in quegli anni che l’ABCD impianta il suo cementificio e interrompe l’estrazione di asfalto. Negli stessi anni, acquistata una parete della miniera di contrada Tabuna, Ancione passa alla produzione di semilavorati e di mattonelle pressate, che verranno utilizzate in tutta la Sicilia. Così lanciata, l’attività industriale e produttiva si espande sia nella sede di Palermo che in quella di Ragusa, estendendosi anche nel territorio messinese. L’azienda, nella sua sede ragusana, cresce fino a richiedere negli anni 70 l’installazione di nuovi e più grandi macchinari, di dimensioni tali da coprire la richiesta che arriva dal territorio regionale e nazionale. Proprio a Ragusa, nel 1977, l’imprenditore morì, mentre era di ritorno dalla sua miniera. Dal momento in poi, l’industria passerà nelle mani dei figli che tuttora ne sono proprietari.

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